Credo sia giunto il momento di dedicare un commento alla nostra pianta simbolo: La Pomelia. La Pomelia, tanto amata, tanto desiderata e non ci crederete anche odiata, un tempo le madri o le zie la donavano alle giovani spose come simbolo di fertilità e fino a qualche anno fa capitava che qualche sposa decidesse di fare il suo bouquet di fiori di pomelia.
Quando ero piccola e si andava ogni anno al Foro italico a gustare bombette, spongati, schiumosi, la scorzanera e cannella, le granite e tanti altri che non ricordo, non era raro che ragazzini vendessero palle di pomelie e gelsomini , infilzati nelle cannucce di asfodelo.
Non divaghiamo, cominciamo dalle origini. Si chiamava Joseph Whitaker ed era capostipite del ramo siciliano della famiglia Whitaker, amante del bello, del lusso e dei viaggi, decise di mandare le sue navi in giro per il mondo alla ricerca di piante tropicali e tutto ciò che era particolarmente esotico.
Nel 1860 la tecnologia della navigazione a vapore avanza e ciò porterà il Whitaker a mandare in giro fino alle Americhe più navi, una per tutte la “Sumatra”, dal 1841 al 1860 in questo contesto arriverà anche la Plumeria, in un primo tempo le piante vennero depositate all’orto botanico di Boccadifalco, poi venne costruito l’orto botanico attuale e li la Plumeria, ne divenne la regina e tutt’ora lo è.
Nel giro di pochi anni i palermitani abbellirono i loro balconi e ne impararono la coltivazione, lo fecero così bene che la plumeria divenne autoctona e assunse il nome di pomelia palermitana dal profumo soave e intenso. Alla caduta delle foglie le punte venivano coperte con gusci d’uovo, le innaffiature sospese e sarebbero riprese ad aprile, tanto che molti forestieri pensavano che i palermitani coltivassero la pianta delle uova, dopo la guerra l’amore per le pomelie vacillò, per ritornare in auge da qualche anno ed esplodere in tutta la sua magnificenza.
Posseggo quattro pomelie, tutte palermitane, bianche dal fondo giallo ma solo una la vecchina, stamane mi ha regalato il primo fiore su 4 bouquet, ha due anni che le mie pomelie reduci di un’abbondante fioritura hanno prodotto nuovi rami e quando ciò accade bisogna con pazienza attendere la prossima fioritura che si attesta intorno al terzo anno, dopo l’ultima.
Spero che qualcuno di voi abbia aneddoti da raccontare e per chi vuole saperne di più consiglio Pomelia felicissima, ed. Kalòs, scritta da Carapezza, Puccio e Speciale, coadiuvato da foto e illustrazioni interessanti, accludo qui di seguito foto estrapolate dal libro.
Maria Grazia Castigliola