C’è chi dice che il nome deriva dal latino borra (tessuto di lana ruvida), per la peluria che ricopre le foglie. Altri lo fanno derivare dall’arabo abu araq = padre del sudore), attraverso il latino medievale borrago, forse per le proprietà sudorifere della pianta il suo nome latino, Borrago officinalis L., non è così antico ma risale all’epoca tardo medioevale, e per questo gli studiosi tendono a farlo derivare da una parola irlandese, ossia borrach, che può essere sia sostantivo, sia aggettivo e che indica la fierezza.

E la borraggine fiera lo è per davvero, con il suo aspetto ispido dovuto alle setole rigide e pungenti che ne ricoprono lo stelo eretto e le foglie lanceolate e acuminate dalle nervature assai evidenti.

Pianta del coraggio per i Crociati, chiamata anche “herb oh gladness” (erba dell’allegrezza), il suo infuso veniva offerto come bevanda ristoratrice a chi, fra loro, ritornava sano e salvo dalla battaglia e molti cavalieri, in quei secoli, portavano sciarpe ricamate con il disegno stilizzato della borragine.

Giuseppe De Palma

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