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Gli agrumi sono i frutti invernali più amati

Il nome già ci indica che sono frutti “acidi”, agri, e si riferisce al gusto della polpa di un gran numero di frutti succosi molto simili tra di loro.

Il genere è il citrus e ne fanno parte arance, pompelmi, limoni e mandarini, ma anche chinotto e bergamotto e altri agrumi meno conosciuti ed usati.

Si tratta di piante sempreverdi, in forma di alberi o arbusti, quasi sempre munite di spine. Le foglie, di un verde lucente, sono provviste di ghiandole che secernono olii essenziali profumati.

I fiori, sempre a cinque petali e bianchi, sono ricchi di nettare odoroso, che attira gli insetti che compiono l’impollinazione.

Il frutto del genere Citrus è una bacca detta esperidio. La buccia o epicarpo, di colore giallo arancio a maturazione, contiene delle piccole cavità ricche di oli essenziali, dotate anche di proprietà antibatteriche. All’interno il mesocarpo bianco, più o meno aderente all’endocarpo o polpa, fatta da tante vescicole succose, suddivise con una sottile membrana in caselle o spicchi.

L’origine degli agrumi è senz’altro dal lontano oriente. Anche se i Romani conoscevano già il limone, la loro grande diffusione nel Mediterraneo, dove hanno trovato condizioni climatiche favorevoli al loro sviluppo, si deve all’espansione araba verso l’occidente a partire dal 1100.

Necessitando di clima mite, gli agrumi si sono diffusi in tutte le aree mondiali comprese tra il 30° e 40° di latitudine nord e sud.

L’arancio dolce (Citrus sinensis) è l’agrume più coltivato al mondo, seguito dal pompelmo (C. x paradisi) e dal limone (C. limon): tutti vengono consumati freschi o subiscono trasformazioni per ottenere succhi di frutta.

L’arancio amaro (C. aurantium) dà frutti non commestibili perché molto amari, viene invece utilizzato come portainnesto per varietà di agrumi meno robuste. I frutti vengono utilizzati ed apprezzati per la produzione di marmellate amare.

Il mandarino (C. x nobilis), originario della Cina meridionale, è caratteristico per il suo profumo. Ne vengono sfruttati molti ibridi per prolungare la produzione oltre i mesi invernali. Un esempio è il mandarancio o clementina, che deriva dall’incrocio del mandarino con l’arancio amaro.

Il cedro (C. medica) ha uno scarso consumo fresco, la sua buccia, di notevole spessore, viene invece utilizzata per la produzione di canditi, sciroppi e bibite e nella fabbricazione dei profumi.

La limetta o lime (C. aurantifolia) è originaria dell’arcipelago malese e produce frutti con due tipi di polpa, dolce ed acida, utilizzate per confetture e come aromatizzanti.

Fonte: Scuola agraria del parco di Monza

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