Io sono sempre dell’opinione che convenga chiamare le piante con il loro nome scientifico, inventato proprio per evitare le confusioni che erano generate dai nomi volgari che non rispondono a nessuna regola.
La pianta di cui parliamo è la Schlumbergera, un genere di catcatecee piuttosto atipico, visto che a differenza delle altri appartenenti alla famiglia, non amano il sole diretto, anzi lo temono, preferiscono luoghi freschi, umidi, ombrosi anche se luminosi!
Il genere conta sette specie diverse (poi ci sono gli ibridi e le varietà che i giardinieri creano per soddisfare le richieste di un marcato sempre più pretenzioso).
Le più commercializzate sono la Schlumbergera x buckleyi (commercializzata anche con il nome di Schlumbergera bridgesii), un ibrido tra S. russelliana e S. truncata, ha rami non dentati e noi generalmente la chiamiamo ‘natalina’ perché comincia la sua fioritura in questo periodo fioritura che si può protrarre sino a febbraio e che a volte rifiorisce a maggio! Ha rami pendenti.
Ma anche la S. truncata fiorisce in questo periodo per cui anche lei viene indicata come ‘natalina’, ha rami dentati e poco o per niente pendenti, con le dentature che si staccano dal ramo.
Quella che fiorisce più precocemente è la Schlumbergera orssichiana, anch’essa con rami dentati, ma con denti molto attaccati ai rami e rami pendenti. Qualcuno la chiama ‘cactus del ringraziamento’
In commercio si trova, raramente, anche la Schlumbergera kautskyi che ha rami rossicci.
Giuseppe De Palma
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